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Scuola OnLine
Lettura 29/05/2023

@POSTILLEAMATITA

Il Sole dei morenti, Jean-Claude Izzo–

5/5

Quando cammino per le strade della mia Bergamo, specie in alcuni giorni, passo da felice a triste nel giro di pochi secondi. Circondata da tutto ciò che amo – palazzi storici dagli alti ed affrescati soffitti, fontane zampillanti, irregolari smolleri a lisca di pesce – non posso non accorgermi di coloro i quali del ciglio della strada hanno fatto la propria dimora: cartoni che si fingono materassi, due strati di coperte logore a coprire membra infreddolite, e un cuscino arrangiato con qualche maglione sbiadito. Di fronte alla povertà monta in me la rabbia, in primis verso me stessa perché do spesso per scontata la mia condizione di privilegiata, e poi verso le ipocrite istituzioni italiane che, consapevolmente, ignorano il problema.

 

Entrare nella mente delle persone senza fissa dimora non è facile, e affermare di riuscire a decriptare le loro emozioni vorrebbe dire peccare di presunzione. Ad esservisi cimentato concretamente, ma senza supponenza alcuna, è stato Jean-Claude Izzo, autore fino ad ora a me sconosciuto. Una volta assunto il punto di vista di un clochard di mezza età, lo scrittore ha svestito Parigi di tutti gli stereotipi a noi ben noti per trasformarla in una città come tante, fatta di viuzze umide, lattine di birra su muretti scrostati, metropolitane graveolenti e sguardi giudicanti. In un posto così freddo, così indifferente, Rico non vuole morire e il decesso di un amico in una rigida notte d’inverno funge da pretesto per raccogliere i pochi oggetti cari e intrufolarsi in un treno senza titolo di viaggio; come un’anima in pena, egli fugge alla volta di Marsiglia e del suo sole cocente, meta finale di una misera esistenza.

 

Izzo, con crudo realismo, scuote la nostra sensibilità e ci obbliga a prestare ascolto alle urla silenziose di chi, seppur solo materialmente, ha perso tutto. Comprenderemo che di silenzioso non c’è proprio nulla, siamo solo noi a tapparci quotidianamente le orecchie perché, azzardo, fa comodo agire così.

 

Adatto a tutti coloro che, riconoscendo le ingiustizie e mossi da empatia, sono pronti a battersi per ogni giusta causa. 

Anna Bortoluzzi.

 

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