Tutto il personale e gli studenti dei Licei e del Collegio Vescovile Sant’Alessandro augurano un Natale di gioia e di speranza.
La voce di don Fabio Pesenti, vicerettore del Seminario, ci giunga come un auspicio concreto che ci aiuti a trovare pace e determinazione, per affrontare ogni giorno come se fosse un nuovo Natale.
Qualche tempo fa mi sono messo a sistemare alcuni scatoloni in soffitta.
Ho l’abitudine di scrivere su ciascuno cosa contiene, per facilitare la ricerca di oggetti che a volte non so più nemmeno di avere. Ad un certo punto mi scappa l’occhio e leggo questa scritta su uno scatolone un po’ più piccolo: “Gesù bambino fragile”. Non ricordo se l’ho scritto io.
E mi è subito chiaro che quel “fragile” è lì ad indicare che quel cartone va maneggiato con cura perché la statuina dentro si può rompere facilmente.
Ma quell’aggettivo mi dice qualcosa di più. Sia di Gesù Bambino che di me. E di tutti noi.
Già, il Figlio di Dio che nasce è fragile, come tutti i neonati.
E sento dentro di me quasi un misto di delusione e di rabbia.
Vorrei gridare “Basta con questa storia della fragilità! Già sono stufo di dover fare i conti con le mie di fragilità, ci manca che adesso anche Dio sia fragile!”.
E mi rendo conto che vorrei un Dio diverso, un Dio forte, che risolve, che mette subito apposto le cose, tipo che fa il rogo di tutte le mascherine del mondo e ci leva dai piedi finalmente questa pandemia di cui non ne possiamo più.
Sì, vorrei un Dio così, che ci dà una mano sul serio, che ci alleggerisce i problemi e la vita, che ci permette di tirare il fiato.
Ma quella scritta mi inchioda di nuovo alla realtà.
Dio non è quello che voglio io, ma quello che si è manifestato nella culla di Betlemme.
Un Dio che per entrare nel mondo ha chiesto il permesso ad una donna, che non si è risparmiato la fatica di nascere, di crescere, di sbucciarsi le ginocchia quando cadeva.
Un Dio che ha accettato come tutti noi che le cose andassero diversamente da come Lui stesso avrebbe preferito, un Dio che ha fatto i conti col male fino a subirlo nella sua carne in modo violento. Un Dio che per trovare spazio nella vita degli uomini ha deciso di chiedere che fossero loro prima a prendersi cura di Lui, proprio perché bambino fragile e indifeso.
Mi aspetto che riemergerà in me la tentazione di volere un Dio diverso, che risolve, che divide i buoni dai cattivi, che fa piazza pulita degli scandali, che mette a posto le cose.
Ma per adesso, vorrei provare a prendere in mano questo Gesù Bambino fragile, lo vorrei abbracciare e coccolare e vorrei dirgli che, seppur con fatica, accetto la storia, la mia e quella degli uomini, accetto le mie fragilità e tutte quelle che vedo nei volti e nella parole dei ragazzi e genitori che incontro a scuola, in seminario e altrove.
Accetto la storia così come è, anche quando non mi piace. La accetto e provo a continuare ad attraversarla sapendo che adesso c’è l’Emmanuele, il Dio-con-noi.
E che in sua compagnia, anche se i problemi rimangono, posso permettermi il lusso di non avere più paura. Né di me, né di come vanno le cose. Né della fragilità e nemmeno della morte.
Carissimi alunni e alunne del S. Alex, carissimi genitori e colleghi, questo è l’augurio che desidero rivolgere anche a tutti voi! Buon Natale!
don Fabio Pesenti
Un augurio di festa dai nostri alunni!