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Scuola OnLine
Collegio 10/01/2022

LINGUAGGI DIGITALI

EDUCAZIONE DIGITALE: le nuove generazioni sono nate digitando, ma la consapevolezza degli strumenti tecnologici, la pazienza e la sperimentazione del lavoro che sta dietro a chip e bit, è cosa da imparare.
I ragazzi del Collegio Vescovile, accompagnati dal Rettore don Luciano Manenti e dai loro docenti, hanno scoperto la soddisfazione di dire… “QUESTO L’HO FATTO IO!”.

Nell’anno scolastico 2020-2021 il nostro Collegio Vescovile Sant’Alessandro ha visto la nascita di un nuovo progetto sul tema dei Linguaggi Digitali. L’iniziativa, giunta quindi al secondo anno, è partita dal Rettore Don Luciano Manenti, il quale ha pensato ad un percorso per le tre classi volto a sviluppare quella che potremmo chiamare educazione digitale.

Nei pomeriggi del venerdì, e, in alcuni casi, del martedì, un’ora è dedicata al laboratorio dei Linguaggi Digitali e vede la presenza del Rettore e/o di altri docenti. Gli argomenti, che riguardano l’elettronica e la robotica, vengono affrontati in modo semplice ma anche rigoroso. Da dove nasce questa proposta? Si sa, i ragazzi di oggi appartengono ad una generazione chiamata “nativi digitali”, ed è vero: i nostri alunni sono abituati fin da piccoli a muoversi in un mondo digitale. Questo però non necessariamente significa essere esperti digitali, ma, soprattutto, non vuol dire conoscere a fondo tutto ciò che “sta dietro” il mondo digitale. Ecco allora la scelta di proporre ai nostri alunni un percorso laboratoriale che li immerga nel mondo del digitale ma da una prospettiva, potremmo dire, “da dietro le quinte”. Per esempio, in prima media il primo argomento che viene affrontato, e che occupa alcuni mesi di laboratorio, è la realizzazione dei circuiti di carta, ossia piccoli circuiti, realizzati su schede cartacee, con nastro conduttivo, led monocolori o multicolori, buzzer, resistenze, pile, ecc… I ragazzi, guidati dagli insegnanti, costruiscono questi circuiti apprendendo, nel contempo, i primi concetti di elettronica, ma, soprattutto, imparano come tale lavoro, pur semplice ed intuitivo, richieda precisione e pazienza. Una delle frasi che si sentono pronunciare spesso dai nostri ragazzi è: “Non funziona!!”. E si scopre, controllando, che i nastri conduttivi non sono sovrapposti come dovrebbero, oppure che le resistenze non sono collegate in modo corretto, o, ancora, che la pila ha i poli invertiti. Cosa significa questo? Che manca l’abitudine a costruire qualcosa da soli, a fare attenzione ai dettagli, a non improvvisare…

Nel laboratorio di Linguaggi Digitali la regola del “tutto subito” e del “già pronto” non vale, a differenza di quanto i ragazzi sono abituati a vedere nella realtà di oggi. Bisogna seguire scrupolosamente le istruzioni fornite dagli insegnanti e bisogna avere la pazienza di realizzare passo per passo il prodotto, con l’enorme soddisfazione di poter dire, alla fine “L’ho fatto io!!!”. Altro esempio. In seconda si sta affrontando la programmazione delle schede Microbit. La programmazione al computer di queste schede, pur aperta a innumerevoli possibilità e scelte personali, richiede però il rispetto di alcuni passaggi chiave, senza i quali la scheda non risponde ai comandi impartiti. Quindi programmarla è difficile? Certo che no, anzi è anche molto divertente e lascia spazio alla creatività, ma occorre imparare l’attenzione e la cura per i dettagli, che poi tanto dettagli non sono visto che sono essenziali perché tutto funzioni bene. E così si può dire anche della stampa 3D, argomento di terza media.

In sostanza, nel laboratorio Linguaggi Digitali si coniuga la modernità dell’uso dell’informatica, della robotica e della domotica con la tradizione dell’abitudine alla precisione e alla pazienza, qualità purtroppo poco presenti nelle nuove generazioni ma che possono, e devono, essere coltivate per evitare che il mondo digitale, pur ricchissimo e anche molto divertente, non venga realmente capito e sfruttato. Dopotutto, coniugare l’era digitale con la tradizione non è poi così strano se pensiamo a una frase pronunciata da Alessandro Bogliolo, professore dell’Università di Urbino, esperto di linguaggi digitali e comunicazione: “L’era digitale è iniziata nella preistoria”.

Prof. Piero Locatelli