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Scuola OnLine
Lettura 08/06/2023

@POSTILLEAMATITA

Abbandono, Elisabeth Åsbrink –    

3/5

 

Autunno, una ventinovenne disillusa e un risoluto straniero in una sala da ballo dal pavimento in legno. Attorno a loro, centinaia di coetanei, ebbri di shandy e felicità. Tra tutti gli scenari possibili, si verifica forse il più scontato: si guardano negli occhi e si innamorano.

Destino vuole, quindi, che Rita e Vidal, spinti all’Hammersmith Palais da motivazioni diverse, la noia lei e la voglia di fuggire lui, si ritrovino nel posto giusto al momento giusto.

In una relazione, si sa, sono i primi tempi i più teneri: accanto alla temerarietà del tuffarsi di testa nella vita dell’altro, si fa sempre più impellente il desiderio di mapparne corpo ed emozioni, sorprendersi vicendevolmente, mostrare la parte migliore di sé. Quei due non fanno eccezione, e tutto va come da copione. Come si dice di solito? “E vissero per sempre felici e contenti.”

Non questa volta, però. Attraverso la storia di Rita e Vidal, la Åsbrink ci dimostra quanto sia difficile per una coppia incontrarsi a metà strada: rimasta incinta, lei spera di sposare l’uomo che ama; lui, ebreo vinto dalle pressioni sociali e familiari, si rifiuta di convolare a nozze con una donna che vanta origini tedesche.

Purtroppo capiamo ben presto che, in “Abbandono”, lo scenario amoroso è affatto idilliaco. Ma il regista ha fatto la sua scelta: la danza di Rita e Vidal si interrompe e cala il sipario. Chiaramente nessuno applaude.

Indicato per tutti coloro che non vogliono permettere all’antisemitismo e all’oblio di prendere il sopravvento.

Anna Bortoluzzi

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