L’esperienza dell’anno all’estero raccontata dalla viva voce di alcune delle nostre allieve che hanno vissuto da protagoniste qualche mese a stelle e strisce.
“Cosa mi porto a casa da questo anno all’estero, bellissima domanda. Non ci sarebbe abbastanza spazio per rispondere. Vivere sei mesi negli Stati Uniti non solo mi ha aiutata ad apprendere meglio l’inglese, ma è stata una vera e propria esperienza di vita. Stare lontana da casa, dalla mia famiglia e dai miei amici è stato difficile, non lo nego, ma questo mi ha fatto riscoprire valori che avevo dimenticato, primo tra tutti l’importanza del tempo. Sapere di avere un limitato periodo temporale da sfruttare ha completamente rivoluzionato, inconsapevolmente, la prospettiva generale che avevo della vita. Mi sono accorta di quanto il tempo passi in fretta e, visto che questo non si può variare, l’unica soluzione possibile è cambiare il modo in cui esso si vive. Non bisogna avere rimorsi o rimpianti, bisogna vivere dando il mille per mille ogni secondo della giornata perché non tornerà indietro. Un semestre è volato e a giugno non mi ero neanche accorta che il tempo a disposizione era terminato. Un altro valore è stato quello dell’amore. Amore da parte della mia famiglia, i miei genitori ospitanti che mi hanno accolta come una figlia e hanno cercato di rendere questi mesi indimenticabili (riuscendoci alla grande) e facendomi sentire a casa e Audrey, che ha riempito la mancanza di mia sorella gemella Michela, exchange student in Utah, diventando davvero una vera sorella per me. Un altro tipo di amore è stato da parte dei miei compagni di scuola, inaspettatissimo ma uno dei regali più belli che la vita mi ha dato. Di fatto non mi sono mai sentita più ben accolta e ben voluta che qui dai miei amici e non me lo scorderò mai, sono stati fondamentali per me, oltre ad essere stati grande fonte di sostegno per tutto quel percorso. Infine l’amore, il più importante, da parte delle persone che sono rimaste a casa ad aspettarci, soprattutto mamma e papà, che ci hanno sempre risposto alle videochiamate con un sorriso, nonostante tutto, e che ci hanno sostenute sin dall’inizio. Ultima risposta che posso dare è che da questa esperienza è ritornata una Roberta un po’ cambiata, più sicura di sé stessa e delle proprie potenzialità e che si focalizza sulla bellezza della semplicità, dei piccoli gesti e della quotidianità. 4853 miglia non sono e non saranno mai abbastanza per farmi dimenticare alcuni dei giorni più belli e travolgenti della mia vita. Per concludere consiglio a tutti di buttarsi perché le cose più belle sono quelle fuori dalla nostra “comfort zone”.
(Roberta Ferretti, 5^LM)
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“Definire cosa siano stati i 6 mesi che ho trascorso in America non è facile, ho vissuto emozioni forti sin dal primo giorno, quando ho dovuto salutare tutti i miei genitori e amici per intraprendere questa nuova esperienza dall’altra parte del mondo. Sono arrivata così, un po’ spaesata e spaventata in Utah, uno stato freddissimo nella zona delle montagne rocciose del centro America. Quelle montagne innevate sono ormai una seconda casa, così come la mia famiglia ospitante, che è diventata una famiglia a tutti gli effetti. Ricordo con affetto le serate quando cucinavamo, quando la mattina andavamo a scuola, quando ridevamo e quando siamo andati in vacanza tutti e 6 insieme; in quei viaggi i miei occhi hanno visto paesaggi e persone che non dimenticherò mai, che hanno veramente costruito il mio modo di vedere le cose e sicuramente la persona che sono oggi. La scuola americana mi ha dato la possibilità di “vivere in un film” ma soprattutto conoscere tantissime persone stupende con cui ho condiviso balli, partite, allenamenti e tanto altro. Loro mi hanno insegnato cosa sia lo spirito di squadra, soprattutto negli sport, a lavorare in gruppo e a vivere questi anni così magici più serenamente. Consiglierei questa esperienza? Dico solo che se potessi ripartirei domani mattina! L’avventura che ho appena trascorso non e facile, ci vuole tanto spirito di adattamento e apertura mentale, ma e l’esperienza più bella che un/a ragazzo/a possa fare a quest’età, mi ha fatto capire che il tempo è limitato e bisogna viverlo continuando ad imparare, sperimentare, viaggiare e conoscere persone nuove. Sono contentissima della scelta che ho fatto di diventare un’exchange student, sono contenta di essere cambiata in meglio e di sapere che così tante persone mi vogliono bene. 9340 Km non basteranno mai per farmi dimenticare le persone e le esperienze vissute nel bellissimo stato dello Utah”.
(Michela Ferretti – 5^GE)
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“E’ successo tutto molto rapidamente, un giorno sono convinta che non sarei mai partita a causa di quel maledetto virus che fa parte della nostra quotidianità da ormai un anno e mezzo, e il giorno dopo ricevo una chiamata dalla mia agenzia che mi informa che hanno prenotato il volo aereo per tre giorni dopo. E fu così che in tre giorni ho dovuto salutare tutti i miei amici, preparare i bagagli per 6 mesi e soprattutto riuscire a gestire l’emozione dovuta alla velocità dell’avvenire delle cose. E’ difficile spiegare cosa ti regala un’esperienza del genere, perchè ti stravolge davvero la vita, o almeno così ha fatto con me. O forse dire‘regala’ non è il termine giusto, forse è più corretto utilizzare il termine ‘buttarti’, perché è quello che ho imparato a fare, dire di sì a tutto, essere spontanea e soprattutto ho imparato a sudarmi tutto. Essendo dall’altra parte del mondo non conosci nessuno (a meno che, come me hai la fortuna di avere una delle tue migliori amiche nella stessa scuola), e perciò impari ad arrangiarti, chiedere le cose di cui hai bisogno a persone che non sono la tua famiglia, informarti, adattarti ad una nuova cultura e alle abitudini di un’altra famiglia che spesso sono diverse da quelle della tua, curiosare, essere sempre disposti a novità e ad esperienze nuove…tutti elementi che ti portano ad una crescita personale, oltre che culturale. Io ero in Florida, nello stato più bello d’America, ho visitato paesaggi spettacolari e ho conosciuto persone altrettanto meravigliose. Sono andata in spiaggia, ho fatto le ‘random car rides’ (andare in macchina con le amiche, musica al massimo e finestrini abbassati) e uscite normali come cinema con gli amici, ma allo stesso ho passato del tempo con la mia famiglia ospitante che mi ha portata a fare le esperienze più stravaganti e divertenti, come nuotare con le manatees, andare a vedere partite di football, partite di wrestling, andare a cavallo al tramonto in spiaggia, e tante altre cose che mi hanno fatta innamorare della cultura americana”.
(Anna Arsuffi – 5^LM)
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“Era una tipica giornata uggiosa e triste di febbraio fino a quando poi sento squillare il telefono e rispondo; era la mia agenzia con la notizia più bella di sempre, mi hanno detto che sarei potuta partire dopo qualche giorno per questa esperienza all’estero che sognavo di fare fin da quando ero piccola. Devo ammettere che per un periodo mi ero rassegnata, avevo tanta paura di non riuscire a partire a causa della situazione pandemica in cui ci trovavamo e in cui ci troviamo tuttora nonostante sembri più sotto controllo. Non ci riuscivo a credere ero davvero felicissima e allo stesso tempo anche molto agitata; ho preparato le mie valigie in fretta e furia, mi sono fatta coraggio e ho preso quel volo. Non è stato per niente facile salutare i miei amici e allontanarmi da tutta la mia famiglia ma sapevo che sarebbe stata la giusta scelta. Questi 6 mesi sono volati come il vento, e mi hanno dato davvero tanto; mi hanno fatto crescere sotto molti punti di vista. Ho imparato nuove culture, instaurato rapporti con persone di altre nazionalità, iniziato ad essere più indipendente e tanto altro. Tutto ciò che ho vissuto non è possibile spiegarlo in così poche righe, ma tutto ciò che ho fatto e le persone che ho incontrato in quell’arco di tempo mi rimarranno sempre nel cuore e come ricordo fantastico. Insomma è un viaggio di vita che consiglio a tutti, non è un treno che passa tutti i giorni e proprio per questo motivo bisogna farsi coraggio, cogliere l’attimo, e salire senza pensarci due volte. Ho ringraziato molto spesso i miei familiari per avermi dato la possibilità di partire perchè a volte noi diamo per scontato ciò che per altre persone purtroppo non lo può essere. Mi ritengo davvero una ragazza fortunata e spero che anche molti altri ragazzi, decidano di staccare e fermare la propria routine e vita quotidiana per crescere, imparare, e capire cosa ci sta al di fuori del nostro piccolo mondo.
(Gaia Marchesi – 5^LM)